Bologna, 8 aprile 2020
Coronavirus: il punto di vista del CUPLA in Emilia Romagna
In queste settimane il nostro paese è chiamato ad affrontare una situazione difficile quanto inedita a seguito del diffondersi di questo terribile Coronavirus che ha contagiato migliaia di persone non solo anziane della nostra Regione, in particolare nei territori di Parma Piacenza e Rimini.
Si tratta di un evento eccezionale che ha avuto, ha ed avrà ancora per molto tempo, ripercussioni sul piano sanitario, sociale ed economico, non sappiamo la misura della sua entità poiché dipenderà, dalla durata del suo diffondersi in Italia ed in altri paesi del mondo.
Il sistema sanitario della nostra regione è stato messo a dura prova e fin qui ha retto proprio per come è strutturato, per la capacità di riconvertirsi e riorganizzarsi, aumentando, anche con un proficuo rapporto con la sanità privata, i posti letto sia normali che di terapia intensiva.
Su questa esperienza e sul come rafforzare la sanità pubblica nelle strutture ospedaliere del nostro territorio, come Cupla E.R. – commenta il Presidente CUPLA E.R. Paolo Monari - faremo diverse riflessioni e appena sarà possibile, chiederemo ai nuovi Assessori al Welfare e alla Sanità, un incontro per affrontare i problemi che questa pandemia ha portato e lascerà anche ai pensionati del lavoro autonomo. Come Cupla E.R. desideriamo fare un enorme ringraziamento, per la dedizione, la disponibilità e l’impegno con il fine di salvaguardare la nostra salute, a tutto il personale sanitario ovvero Medici, infermieri, OSS, personale ospedaliero nel suo complesso.
Riteniamo pertanto, che si possano iniziare a fare alcune riflessioni, alla luce dei dati che pervengono dalle Regioni che hanno diversa organizzazione sanitaria, pare di percepire che dove la sanità è più diffusa sul territorio e meno concentrata in grandi strutture, vi siano dati migliori sia per quanto riguarda i contagi che la mortalità in questo caso da COVID 19; così come le case di riposo si sono dimostrate in alcuni casi impreparate ad affrontare la situazione diventando centrali di contagio.
Non dimentichiamo che il nostro Coordinamento CUPLA ha sempre perorato il potenziamento delle case della salute e dei medici di base, perché possano essere un filtro e un presidio rapido per le problematiche sanitarie in genere.
Il Governo e le regioni hanno ritenuto necessarie misure restrittive, al fine di contenere il più possibile il diffondersi del contagio, pertanto con tale principio, come Cupla invitiamo tutti i nostri associati a rispettarle e a rimanere a casa, nell’interesse e nel rispetto l’uno dell’altro ed abbandonare per un attimo i luoghi, che eravamo abituati a frequentare.
Sappiamo bene che il distanziamento fisico, sospende temporaneamente le abitudini ed i rapporti sociali, che tanto valore hanno per le persone, soprattutto se sole, ma possiamo trovare altre forme di aiuto e di socializzazione.
Sappiamo inoltre che la priorità è senza ombra di dubbio, la difesa della salute delle persone, a cominciare da quelle più anziane che spesso sono affette da altre patologie che le rendono più vulnerabili.
Sono purtroppo anche la maggioranza di coloro che ci lasciano, senza vedere più i loro cari e senza poter avere funerali come meriterebbero.
Come CUPLA condividiamo il monito del Cardinal Matteo Zuppi, che si chiedeva se anche le strutture, R.S.A. Case di riposo, come gli ospedali, hanno avuto la necessaria attenzione nei confronti degli ospiti e degli operatori, a cominciare dalla loro sicurezza.
Non possiamo che condividere ciò che ha affermato il Commissario straordinario, Dr. Sergio Venturi: “Se conteniamo la diffusione del virus, nelle Case protette, abbiamo vinto la battaglia”. Chiediamo quindi, con forza e determinazione, alla nostra Regione, il massimo impegno in questa direzione.
Le Associazioni che compongono il Cupla, sono rappresentative, non solo dei pensionati, ma anche delle Imprese dei settori della Agricoltura dell’Artigianato e del Commercio e, in questo senso riteniamo sia necessario trovare il giusto equilibrio, tra la difesa della salute e la possibilità di riaprire le attività, nel massimo della sicurezza che deve essere possibile garantire agli imprenditori e ai loro dipendenti. In questo senso riteniamo molto importanti, anche se non esaustive, le misure del Governo Conte, contenute nei vari DPCM, approvati: dall’aiuto alle persone in difficoltà, fino ad arrivare alle aziende (Bonus di 600) a sostegno dei settori produttivi.
Infine vogliamo esprimere un sentimento di profondo cordoglio e condivisione del dolore per chi è deceduto senza avere il conforto dei famigliari e per il dolore dei familiari stessi, e nel contempo un pensiero di fiducia e di speranza, sostenendo che l’Italia, per fortuna ha un immenso e diffuso “capitale sociale” che ha sempre rappresentato la risposta più concreta alle difficoltà del nostro PAESE.
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