Dalla pandemia al nuovo welfare: a Reggio Emilia “Patto di contrasto alle nuove povertà”

UN PROGETTO PER LA CITTA' DI REGGIO EMILIA


Anche il CUPLA ha aderito al "Patto di contrasto alle nuove povertà", proposta operativa di Reggio Emilia per rispondere alla povertà, in particolare alle fragilità che sono conseguenza economica e sociale della pandemia, ma anche di una più ampia riconfigurazione del quadro occupazionale, produttivo, tecnologico ed ambientale.

 

Promosso dall’Amministrazione comunale, è stato definito e sottoscritto il Patto di contrasto alle nuove povertà, in linea con il Patto per il lavoro e per il clima, definito nei mesi scorsi dalla Regione Emilia-Romagna, e con l’Agenda 2030.

25 soggetti hanno già aderito al patto

 

 Con il Comune di Reggio Emilia, ad oggi hanno sottoscritto il Patto di contrasto alle nuove povertà 25 soggetti tra associazioni datoriali e sindacali, Terzo settore, enti di formazione e fondazioni quali: Forum Terzo Settore, Cgil, Cisl Emilia centrale, Cupla, Uil, Cna Reggio Emilia, Coldiretti Reggio Emilia, Confagricoltura Reggio Emilia, Cia–Agricoltori Italiani, Confapi Emilia, Confcommercio, Concooperative Reggio Emilia, Confesercenti Reggio Emilia, Lapam, Legacoop Emilia Ovest, Unindustria Reggio Emilia, Ciofs–Fp Emilia-Romagna, Csl La Cremeria, Demetra Formazione, Fondazione Enaip, Fondazione Simonini, Ial Emilia-Romagna, Ifoa, Irecoop Emilia-Romagna, Aidp Emilia-Romagna.  

Il Patto è aperto ad altre adesioni. “Questo Patto ci connota in maniera evidente: nel metodo di lavoro, nella governace condivisa, nel progettare insieme, ma anche nell’alto livello di collaborazione e integrazione fra il Welfare pubblico - che a Reggio Emilia è radicato e diffuso ben più che in altre parti del Paese, dove invece si tende a destrutturare - privato sociale e Terzo settore, mondo economico, sindacale e della formazione. Un modo di essere e lavorare distintivo di Reggio Emilia, che può farci trovare preparati, sia nell’affrontare la crisi, di cui vedremo conseguenze probabilmente ancora maggiori nei prossimi mesi, sia nel costruire, o ricostruire, un sistema città che dia risposte innovative in tema di lavoro, economica e protezione sociale, tali da accrescere l’inclusione e aggredire le povertà”, ha detto il sindaco Luca Vecchi presentando il Patto alla stampa, stamani al Tecnopolo.

 

Non possiamo perdere di vista la povertà, le nuove povertà

 

“La nostra città – ha aggiunto il sindaco – vanta una qualità alta della vita; la sua attrattività economica e innovativa è testimoniata anche di recente dall’insediamento del nuovo centro di progettazione e produzione di auto elettriche; è forte e convinto il suo impegno per i diritti della persona. Non possiamo perdere di vista la povertà, le nuove povertà. Attraverso la sola l’erogazione dei buoni pasto per la pandemia, oltre 7.000, abbiamo intercettato 6.000 nuclei familiari in forte difficoltà, che prima non erano conosciuti, perché prima non c’erano. Servono nuova capacità di analisi, di lettura di una realtà che sta cambiando velocemente, che è già cambiata. Il Patto, che riunisce le nostre forze e competenze, vuole essere dapprima un impegno e una carta importante per approfondire questa dinamica e poi, di conseguenza, un metodo di lavoro chiamato a dare risposte e in grado di dare risposte. Innovazione e competitività a Reggio Emilia camminano insieme al welfare".

 

“L’Amministrazione comunale ha potenziato in maniera significativa, attraverso il Bilancio 2021, il quadro complessivo delle risorse a sostegno del reddito delle famiglie - ha detto l’assessore a Welfare e Bilancio, Daniele Marchi – Mi riferisco ad esempio ai 16,3 milioni di euro per Sanità e Welfare, con il 2,4% in più rispetto al 2020; ai 1,74 milioni di euro (più 76,2%) per il Fondo povertà; ai 21,5 milioni di euro per il Fondo non autosufficienza. Un impegno cospicuo, a fronte dei nuclei beneficiari di contributi per condizione di povertà che ammontano a 850 unità nella sola nostra città. Queste misure, pur necessarie e importanti, non possono bastare. Dobbiamo prendere atto di una accresciuta vulnerabilità del tessuto sociale, e non si tratta della sola necessità materiale.

 

“Penso – ha aggiunto Marchi - al divario tecnologico che si riflette sul lavoro e quindi sulla sussistenza, all’allargamento della forbice fra generazioni quando si tratta di lavori tradizionali e nuovi lavori; penso all’evoluzione del sistema produttivo, che potrà creare sacche di esclusione per inoccupabilità e quindi la necessità di nuova formazione, di reinventarsi nel lavoro.

Penso al disagio giovanile di generazioni che non scelgono se lavorare, studiare o formarsi professionalmente; al lavoro di cura nelle famiglie, alla conciliazione dei tempi di vita e lavoro. L’uscita dalla crisi e la mutazione in corso non assicurano esiti stabilmente positivi in questi campi, anzi tendono a generare divisione sociale in due macro aree: inclusi e quindi garantiti da una parte, vulnerabili dall’altra.

 

“Ecco, partendo da un primo plafond di azioni e risorse pubbliche di 4,5 milioni di euro – ha concluso l’assessore Marchi - il Patto attiva i propri aderenti nella ricerca di vie d’uscita, con progetti nuovi, sostenibili e inclusivi, che richiudano quella forbice della disuguaglianza e superino la povertà che la disuguaglianza di opportunità porta con sé. L’adesione al Patto è confortante, segno di una coscienza chiara dei problemi, così come la ricettività e l’interesse della Regione Emilia-Romagna, che ha formalizzato il Patto per il lavoro e per il clima, a cui il nostro Patto locale è connesso. Il Pnrr nazionale, fatto del tutto rilevante, prevede ingenti risorse per la Missione ripresa e resilienza, una mission che coincide con quella del nostro Patto. Sono buoni punti di partenza, ora mettiamoci al lavoro per predisporre le risposte che la comunità attende”.

Reggio Emilia - patto di contrasto alle nuove povertà

 

Di seguito il libro che illustra il patto di contrasto alle nuove povertà.

Sarica il patto per le nuove povertà