Corso di teatro OVER 65
Corso di Teatro dedicato agli over 65
Un occasione per raccontarsi, per conoscersi e conoscere, per non smettere di imparare e per l’invecchiamento attivo.
Etoile Centro Teatrale Europeo presenta:
il CORSO DI TEATRO dedicato agli OVER 65 il giorno 22 Luglio alle ore 18:00
presso la loro sede “Borgo Delle Querce”, in via F.lli Cervi, 103 - 42124 Reggio Emilia.
Il corso di Teatro dedicato a donne e uomini over 65 è un’occasione per reinventarsi, in modo giocoso e dinamico. Un luogo dove poter raccontare la propria storia e contemporaneamente poterne inventare di nuove.
Etoile Centro Teatrale Europeo Associazione di promozione sociale e associazione culturale no profit è affiliata alla Federazione Italiana Teatro Amatori che lavora da 20 anni nel territorio Emiliano e vanta importanti collaborazioni sia a livello nazionale che internazionale.
Il corso è aperto a chiunque, con e senza esperienza teatrale e vuole essere un viaggio fatto di scoperte e meraviglia, dove daremo voce e corpo a storie reali e immaginarie.
La prima parte del corso sarà incentrata su quella che viene chiamata “La Palestra dell’Attore” dove cercheremo di allenare il corpo, voce, cuore e cervello alla pratica teatrale.
Nella seconda parte del corso creeremo in modo condiviso uno spettacolo che avrà come sua fondamentale caratteristica l’identità e le specificità dei partecipanti.
Argomenti trattati nel corso:
- Studio del Movimento Espressivo.
- Esercizi sull'Ascolto attivo, l’attenzione, la reattività.
- Improvvisazione.
- Lavoro creativo con l’oggetto.
- Studio e ideazione del personaggio teatrale.
- Scrittura, studio e interpretazione di un testo
- Creazione e montaggio di uno spettacolo.
Il corso ha la durata di 60 ore, (da ottobre a maggio) si svolge al mercoledì pomeriggio dalle ore 18:00 alle ore 19:30
E’ rivolto a donne e uomini over 65, con e senza esperienza teatrale.
Per info: E-mail - info@centroetoile.eu - info@cupla.re.it oppure Tel: 333-9055604 - 0522-3561
— CUPLA – INSIEME PER IL FUTURO —
Mi auguro e spero, che queste riflessioni possano contribuire alla revisione dell’ultimo DPCM del 26 Ottobre u.s., che riteniamo sia stato un po’affrettato, con interventi sporadici, ed a mio parere non lo giudico un piano che guarda anche al futuro, ma un altro tampone per l’emergenza.
Ricordiamoci che sono in gioco il presente ed il futuro del nostro paese.
Se l’inizio della pandemia, ha colto tutti di sorpresa, ed i provvedimenti d’urgenza presi sono stati condivisi ed applicati, l’ultimo DPCM decreta, che quanto è stato fatto, incentivando ed obbligando le tante attività ad investire per uniformarsi alle regole, giustamente date, ora a quelle categorie viene ordinato la chiusura, vedi palestre, ristoranti, cinema, teatri, ecc… escludendo i ritrovi come chiese, musei, ecc..
In questo decreto che impone la chiusura totale o parziale di circa 400.000 imprese, ora si pensa ad un nuovo decreto per erogare compensazioni alle categorie interessate, ma non si poteva inserirle nello stesso momento, forse si evitavano anche alcuni dissensi e manifestazioni, ci sembra il continuo ricorso a tamponare e mai a prevedere.
Nei mesi dopo la fine del primo lockdown, abbiamo forse dimenticato che si dovevano trovare come Governo, Regioni, Province, Comuni, le soluzioni per il trasporto pubblico, da tanti giudicato come la maggior fonte dei contagi, programmando in modo diverso anche gli orari delle varie attività correlate.
Certamente, occorre essere affiancati da esperti, nessuno nasce imparato, ma questi devono essere veri e non sedicenti.
Le esigenze di una corretta prevenzione richiede di lasciare invariati i luoghi in cui si può stare in sicurezza e già predisposti come Cinema, teatri ecc. non di chiuderli ulteriormente.
In un nostro articolo pubblicato, il 05 Settembre, ed anche con precedenti, non abbiamo lesinato l’invito alle istituzioni a fare presto, concretizzare, agire, ora ci sentiamo di ripeterlo con più forza, sperando di essere ascoltati.
Queste riflessioni di carattere generale, trovano conferma anche dalle istituzioni del nostro territorio provinciale, mi pare di non avere sentito nessuna levata di scudi, o qualche presa di posizione dissenziente, ma come già indicato in precedenti comunicati si nota l’evidente comportamento di non assumere responsabilità.
Riteniamo che proprio il coordinamento del CUPLA, assieme alla comunità provinciale, abbia dimostrato nei momenti di necessità d’urgenza, una grande capacità di coesione, di partecipazione, e pronta al sacrificio.
Sacrificio che alla nostra fascia di età non ha lesinato dolori e lutti.
Occorre individuare e perseguire l’obiettivo primario di tutela della salute, la relativa tenuta del sistema sanitario, ma anche trovare un giusto equilibrio per la tenuta economica, sociale, educativa e culturale del paese.
Il paese deve ritornare a camminare, forse anche a correre, ma per questo credo si debba ipotizzare il coinvolgimento anche dei pensionati; quelli ancora in grado di poter dare il loro contributo nel tessuto socio economico e lavorativo, questo inserimento, o meglio reinserimento a nostro parere si può attuare, anche se dovrà essere limitato nel tempo.
Riteniamo, che di tante esperienze, anche in settori lavorativi, che credevamo non più indispensabili, o delocalizzati in altri paesi possono tornare di attualità, se saremo capaci di produrre il più possibile per le necessità interne, risparmieremo, dando occupazione e creando reddito.
Noi come Cupla, ricordando che rappresentiamo oltre 30.000 pensionati del lavoro autonomo nella Provincia, e penso coordinandoci anche con i pensionati dei lavoratori dipendenti, siamo pronti a prenderci le responsabilità di contribuire alle scelte, anche impopolari se necessario, ma chiare, semplici e veloci da attuare.
Abbiamo già ripetuto, che il grande problema del nostro sistema è la burocrazia, ma non credo in questi mesi di avere notato provvedimenti, indicazioni, misure ecc.. dedicate a questo annoso tallone d’Achille.
Mi chiedo e ci chiediamo, perché si continua con l’istituzione di comitati, di tavoli, ottimi nel progetto e nelle idee, e poi lasciati morire nel cassetto.
Se questa pandemia ci accompagnerà, speriamo di no, ancora per molto tempo, occorre decidere, non sperare che arrivi il vaccino, panacea di tutti i problemi, o speranza di avere passato il guado, non sarà così, perché dovremo affrontare per anni il peso economico dei costi che le generazioni attuali e future dovranno accollarsi.
Le guerre, lasciano segni, lutti, distruzioni, ma noi sappiamo che si è ricostruito un paese con l’operatività, la civiltà, la libertà, noi siamo pronti, ma è necessario che le istituzioni siano presenti, concrete, senza burocrazia, e rigorose nel fare rispettare le regole.
Disponibili, senza falsi scopi, a fare la nostra parte, ma pretendiamo che tutti facciano altrettanto, è indispensabile, ora, programmare con rigore e responsabilità.
A conclusione, è stato emanato il decreto per il ristoro alle categorie interessate, solo una piccola osservazione, i requisiti richiesti sono, se nel frattempo, non stati modificati principalmente: la perdita di fatturato del mese di Aprile 2020 rispetto ad Aprile 2019, ma in Aprile 2020 mi sbaglio o eravamo quasi tutti in lockdown.. con fatturati azzerati o quasi…
Forse, se prendendo anche esempio da altri paesi, non era sufficiente ad ogni partita IVA o categoria interessata dare un ristoro sul fatturato di Luglio o Settembre 2019, senza la necessità di presentare domande ecc…
Le ultime ore ci dicono che un nuovo DPCM è alle porte, con ulteriori restrizioni, probabilmente giuste, ma con una voce a nostro parere inaccettabile e fuori luogo, l’eventuale confino domiciliare per gli Over 70, speriamo e ci auguriamo che non sia inserita nei vari provvedimenti..
Luigi Davoli
Presidente Cupla
L’esempio degli anziani:
un patrimonio da non disperdere
Online il nuovo sito web del Cupla Provinciale
Abbiamo pensato al futuro, e con grande soddisfazione informiamo che abbiamo realizzato il sito web del Cupla Provinciale.
Ringrazio il coordinatore Giuliano Parmiggiani, Il Gruppo sistemi Internet Group, le associazioni ed i nostri Partner, che con collaborazione, hanno permesso la realizzazione di questo strumento di comunicazione. Vogliamo utilizzarlo nel migliore dei modi, per parlare delle problematiche che ci appartengono, delle prospettive future, nel ricordo del nostro passato col quale abbiamo fatto un percorso di vita per tutti importante, che non vogliamo esimerci dal raccontarlo. Dai nostri partner, ci aspettiamo la continuità del supporto, con le condizioni studiate opportunamente per la nostra categoria, nei servizi, nei prodotti, che ognuno di loro penserà di proporre, da parte nostra la massima collaborazione per dare la continua informazione agli associati.
INSIEME PER IL RILANCIO
Dopo il lockdown, vogliamo dare il nostro contributo per la ripartenza della nostra Provincia riprendendo alcuni concetti, che abbiamo espresso con la Ns del 07 Maggio, a seguito dell’appello del Vescovo Camisasca per “Reggio Futura”. A quell’appello per un confronto, al quale hanno
aderito e dato il loro contributo Associazioni, Personalità politiche e non, riteniamo sia giunto il momento di organizzare praticamente il tavolo per programmare.
Pensiamo che occorra l’identificazione di un direttore d’orchestra in grado di coordinare le proposte, farne una sintesi omogenea, e di conseguenza chiedere alla politica il confronto e decidere nel minor tempo possibile. Non abbiamo più il tempo del rimando, l’autunno porterà in evidenza molti problemi sociali ed economici, e sono d’accordo con il Presidente di Unindustria, Fabio Storchi, quando su queste pagine conclude un suo intervento con l’appello a non dire bugie, il nostro paese non ne ha più bisogno, ma necessita di un nuovo cammino per un popolo ed un paese che nella storia ha realizzato straordinarietà.
Riprendendo questo concetto, noi settantenni/ottantenni, che abbiamo partecipato alla ricostruzione del dopoguerra, immaginando un mondo migliore, senza vittime, fatto di coesione reciproca, è caduto di fronte ad un mondo che doveva risolvere tutti i problemi; abbiamo rivisto le vittime, dovute ad una pandemia, l’illusione è svanita, ed oggi anche i nostri figli devono combatterla, forse è il virus che ci comanda, non siamo più noi a governare. Ci siamo accorti che manca una scuola in grado di formare gli uomini e le donne di domani, un lavoro dignitoso per tutti, una sanità in grado di prevedere e non solo di curare, con tutti gli accorgimenti assistenziali alle persone anziane e più deboli. Notiamo, e certamente nell’emergenza ci possono essere stati errori o ritardi, ma non si deve andare solo a caccia dei colpevoli, ma si deve evitare lo scontro generazionale tra giovani e anziani, la pandemia non perdona, lo stiamo vivendo, quindi occorre la congiunzione tra questi due mondi che sono passato e futuro. Il passato dei nonni, ha dimostrato che nell’emergenza il loro supporto è stato per tanti indispensabile, perciò i due mondi fanno parte della stessa catena sociale, uno con il passato, ed uno con il futuro, ma imprescindibili uno dall’altro.
Abbiamo bisogno di una scuola moderna, capace sin dalle primarie di insegnare comportamenti di vita diversi da prima, e mi rammarica leggere che tanti docenti pensano di marinare l’inizio dell’anno
scolastico, per paura di contagi,
ma se il tutto viene fatto con delle
regole, con prevenzione, non vedo
queste paure, e quindi mi permetto di fare loro un semplice appello: siete il riferimento per gli uomini e donne di domani, non nascondetevi e date l’esempio, non si scappa davanti al nemico, ma si affronta, insegnando come. I provvedimenti presi per la pandemia, che hanno creato un debito enorme, occorre che i giovani ne abbiano la consapevolezza che sarà a loro carico, e come dice Mario Draghi, lo dovranno ripagare. Perciò insieme dobbiamo trovare gli strumenti, le modalità, metterli a portata di mano, non illudere e nascondere, i nodi vengono al pettine, interveniamo veloci, pratici e coesi senza pianistei,
siamo di fronte, forse, ad un tracollo socio economico senza precedenti, c’è bisogno dello sforzo di tutti. Avevo detto nella mia del 07 Maggio, rivolto
alla politica, abbandonate le dichiarazioni per il consenso, e fate per il servizio, con il senso del dovere, anche prendendo decisioni impopolari, e se sono destinate alla società nel suo
insieme, avrete il nostro appoggio, ed in ogni caso, rinnoviamo l’appello a fare presto, non c’è più tempo. La nostra storia di paese, ci insegna che
siamo capaci di cose straordinarie, quindi organizziamo, troviamo in collaborazione gli strumenti e tutto quello che serve per riprendere il cammino e ricostruire, con il nostro
saper fare, ne siamo capaci.
Quindi, al governo, alle istituzioni, alle parte sociali, tutti assieme adoperiamoci per raggiungere il nastro di partenza di questo cammino, Facciamo presto.
Luigi Davoli Presidente Cupla
La burocrazia è il vero tallone di Achille
Il presidente del Coordinamento unitario pensionati lavoro autonomo (Cupla) di Reggio invia questa nota sugli obiettivi.
LUIGI DAVOLI
CASE DI RIPOSO-RSA
Non devono essere più pensate come un punto di arrivo, dopo una vita, ma un punto di partenza per una nuova vita e di conseguenza strutturate, perciò modifiche sostanziali a quelle attuali, per avere a livello preventivo, e di supporto tutto il necessario.
Dovremo, credo, dopo il Covid -19, ripensare i progetti delle nuove, ma prima vanno ripensate e rimodulate le esistenti, con lo sguardo alle statistiche, sulle anzianità, sul percorso delle persone, che saranno certamente diverse rispetto alla temporaneità prima del virus.- Ripensare ad una nuova strategia di riordino a livello preventivo di eventuali possibili virus futuri, che secondo le indicazioni degli esperti, è possibile il ripetersi con altre forme o tipologie, al momento impensabili e non preventivabili.
- Una collocazione logistica, che secondo le dimensioni, sia nelle vicinanze di un centro ospedaliero specializzato, o per le grosse dimensioni, sia autonomo almeno a livello di assistenza d’urgenza.
- Si dovranno seguire le indicazioni degli esperti medici.
- Attrezzature, ad esempio una stanza di rianimazione di primo soccorso all’interno proporzionale al numero dei degenti. Provvisti delle attrezzature ed apparecchiature indispensabili, anche con letti di degenza sub intensiva, proporzionale al numero degli ospiti ecc… Gli esperti sanitari devono dare le indicazioni di base, in tempi rapidissimi.
- Non ci deve essere una lista di attesa. I virus non mandano una RR con ricevuta di ritorno.
- Formazione del personale adibito a tale scopo, infermieristico. Anche, ma specializzato.
- Attrezzature di supporto al personale, mascherine, camici, per uso continuo, sempre disponibili, con l’obbligo di utilizzo a tutto il personale anche nella quotidianità se ritenuto necessario.
- Applicare tutte le disposizioni relative alla prevenzione, è meglio che curare nell’emergenza. Non è pensabile e non deve ripetersi in futuro, che gli operatori delle RSA, esposte in prima persona, in un ambiente più a rischio, per la tipologia degli ospiti, sia impreparata e non fornita di protezioni adeguate.
POLITICA, COMPETENZE, BUROCRAZIA
C’è sempre dopo le guerre, le epidemie o le pandemie, una fase dove siamo chiamati al mutuo soccorso e alla ricostruzione, va tutto bene, ma questa volta riteniamo che il compito sia diverso, stiamo affrontando, forse
per lungo tempo, un nemico invisibile, ed essendo tale ci dobbiamo attivare il più possibile, certo, in primis, al recupero ed alla ricostruzione,
ma anche maggiormente, alla prevenzione.
Credo che debba essere rimodulato un sistema di vita comune, sociale, sanitario, assistenziale, del lavoro ecc.
Perciò la politica, non può più promettere per alimentare il consenso, ma deve fare per avere il consenso, e con umiltà, se non è in grado di avere la competenza per fare, abbia l’umiltà di attingere da chi è in grado di supportarla, utilizzando gli esperti sulle varie necessità.
Vorrei fare notare che la competenza non ha colorazione o appartenenza politica. La burocrazia, è il tallone d’Achille del nostro paese, oggi, è prioritario e compito della politica iniziare davvero a sburocratizzare questo Paese, è l’occasione da non perdere: inizi a togliere il vecchio superato e inservibile, prima di fare il nuovo.
Perché, un decreto, una nuova disposizione, ha l’ultimo paragrafo con il contenuto dell’argomento, e della disposizione che serve, ed almeno 20 prima con il ripetuto
Visto..Visto… persino leggi, leggine, o disposizioni fatti da oltre 50 anni, come si può pensare di operare sulle urgenze e sulle Pandemie, se esistono ancora vincoli…….
Sui nuovi provvedimenti quasi sempre legati a disposizioni che ormai nessuno le ritiene valide ed opportune.
È indispensabile fare un passo culturale dalla prima fase di istruzione, e ritengo, che gli adolescenti, i ragazzi delle scuole superiori, gli studenti universitari, che già possono valutare la loro esperienza su questa pandemia, ed hanno visto che gli strumenti tecnologici li hanno
aiutati a non restare soli, vanno coinvolti nelle modifiche di vita che si pensa di attuare, anche perché loro sono in prima linea per iniziare ad applicarle.
Nelle particolarità e nelle specifiche problematiche, ognuno di
noi darà il proprio contributo, ma certamente dovremo essere sentinelle, e non saranno più tollerabili gli errori di politici ambiziosi e confusi, obbediremo ancora, ma non perdoneremo più.
— © RIPRODUZIONE RISERVATA MERCOLEDÌ 6 MAGGIO 2020 GAZZETTA PRIMOPIANO 7
Emergenza coronavirus: un grazie a tutti gli operatori sanitari dal CUPLA
Ognuna delle otto associazioni di agricoltori, artigiani e commercianti a cui fa riferimento il CUPLA in diverse forme e modalità sta sostenendo questo grande sforzo collettivo, per esempio attraverso donazioni ad ospedali, enti di volontariato e Protezione civile, ma soprattutto veicolando e divulgando verso i propri associati pensionati la corretta informazione su come contrastare la malattia.
Purtroppo pensionati ed anziani sono la fascia di popolazione più colpita dalla forza del virus. Anche noi quindi ci appelliamo al buon senso di tutti i cittadini italiani nel rispettare le restrizioni per favorire il distanziamento sociale, unico strumento in grado - in questo momento - di arrestare la diffusione del Covid-19.
Vogliamo inoltre ringraziare le imprese associate alle nostre Organizzazioni madre che stanno svolgendo con dedizione e sacrificio il proprio lavoro, essendo attività indispensabili per garantire la fornitura e l’erogazione di beni e servizi essenziali. Stiamo parlando, solo per citarne alcuni, di autotrasportatori, agricoltori o negozi di vicinato. Senza di loro sarebbe impossibile garantire il benessere della popolazione in questo periodo di lockdown.
Il governo, invece, con le ingenti risorse stanziate - tramite il Dpcm “Cura Italia” - a favore del Sistema sanitario nazionale e della Protezione civile per contrastare l’epidemia ha sicuramente compreso come ci sia la necessità di mobilitare tutte le energie possibili per rispondere ad una sfida colossale e, fino a poco fa, inimmaginabile. Se questa grande mobilitazione permetterà di salvare anche una sola vita in più, vorrà dire che ne sarà valso la pena.
Il mondo che ci si prospetta dopo il coronavirus sarà completamente diverso e tutti quanti (cittadini, corpi intermedi ed istituzioni) dovremmo essere pronti a sostenere e rafforzare quei servizi pubblici come il Sistema sanitario nazionale che nonostante gli sforzi degli operatori ha dimostrato la sua vulnerabilità nel contenere e sconfiggere un nemico così temibile come la più grande pandemia globale dai tempi dell’influenza spagnola del 1918-1919.
In realtà, alcuni sistemi di protezione della popolazione più anziana non hanno funzionato in modo tempestivo come dimostrano le gravi perdite di vite umane in alcuni territori in particolare; bisognerà investire di più e meglio nelle reti di assistenza agli anziani rispetto a quanto fatto fino ad ora traendo profitto da questa terribile esperienza. Ci riferiamo in particolare a quanto sta accadendo nelle case di riposo per anziani che sono diventate luoghi di contagio ad alto rischio.
Forse era necessario non farsi cogliere di sorpresa perché era già evidente che la fascia più debole interessata dal contagio era proprio quella degli anziani, costruendo reti di protezione intorno a questi luoghi che sono subito venuti alla ribalta delle cronache in modo drammatico.