Il presidente Mattarella “premia” il coordinatore nazionale del CUPLA

Gian Lauro Rossi Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana
Presidente, coordinatore e tutto il Consiglio del CUPLA di Reggio Emilia rivolge le più sentite congratulazioni a Gian Lauro Rossi, coordinatore del CUPLA nazionale dal marzo scorso, che ha ricevuto l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine “al merito della Repubblica Italiana” in occasione della Festa della Repubblica.
L’onorificenza “al merito” riconosce il ruolo di Rossi e il suo impegno a favore della crescita della comunità, di cui il CUPLA è parte attiva su temi quali la solidarietà, le relazioni sociali e le potenzialità della comunità e del territorio.
Dalla pandemia al nuovo welfare: a Reggio Emilia “Patto di contrasto alle nuove povertà”

UN PROGETTO PER LA CITTA' DI REGGIO EMILIA
Anche il CUPLA ha aderito al "Patto di contrasto alle nuove povertà", proposta operativa di Reggio Emilia per rispondere alla povertà, in particolare alle fragilità che sono conseguenza economica e sociale della pandemia, ma anche di una più ampia riconfigurazione del quadro occupazionale, produttivo, tecnologico ed ambientale.
Promosso dall’Amministrazione comunale, è stato definito e sottoscritto il Patto di contrasto alle nuove povertà, in linea con il Patto per il lavoro e per il clima, definito nei mesi scorsi dalla Regione Emilia-Romagna, e con l’Agenda 2030.
25 soggetti hanno già aderito al patto
Con il Comune di Reggio Emilia, ad oggi hanno sottoscritto il Patto di contrasto alle nuove povertà 25 soggetti tra associazioni datoriali e sindacali, Terzo settore, enti di formazione e fondazioni quali: Forum Terzo Settore, Cgil, Cisl Emilia centrale, Cupla, Uil, Cna Reggio Emilia, Coldiretti Reggio Emilia, Confagricoltura Reggio Emilia, Cia–Agricoltori Italiani, Confapi Emilia, Confcommercio, Concooperative Reggio Emilia, Confesercenti Reggio Emilia, Lapam, Legacoop Emilia Ovest, Unindustria Reggio Emilia, Ciofs–Fp Emilia-Romagna, Csl La Cremeria, Demetra Formazione, Fondazione Enaip, Fondazione Simonini, Ial Emilia-Romagna, Ifoa, Irecoop Emilia-Romagna, Aidp Emilia-Romagna.
Il Patto è aperto ad altre adesioni. “Questo Patto ci connota in maniera evidente: nel metodo di lavoro, nella governace condivisa, nel progettare insieme, ma anche nell’alto livello di collaborazione e integrazione fra il Welfare pubblico - che a Reggio Emilia è radicato e diffuso ben più che in altre parti del Paese, dove invece si tende a destrutturare - privato sociale e Terzo settore, mondo economico, sindacale e della formazione. Un modo di essere e lavorare distintivo di Reggio Emilia, che può farci trovare preparati, sia nell’affrontare la crisi, di cui vedremo conseguenze probabilmente ancora maggiori nei prossimi mesi, sia nel costruire, o ricostruire, un sistema città che dia risposte innovative in tema di lavoro, economica e protezione sociale, tali da accrescere l’inclusione e aggredire le povertà”, ha detto il sindaco Luca Vecchi presentando il Patto alla stampa, stamani al Tecnopolo.
Non possiamo perdere di vista la povertà, le nuove povertà
“La nostra città – ha aggiunto il sindaco – vanta una qualità alta della vita; la sua attrattività economica e innovativa è testimoniata anche di recente dall’insediamento del nuovo centro di progettazione e produzione di auto elettriche; è forte e convinto il suo impegno per i diritti della persona. Non possiamo perdere di vista la povertà, le nuove povertà. Attraverso la sola l’erogazione dei buoni pasto per la pandemia, oltre 7.000, abbiamo intercettato 6.000 nuclei familiari in forte difficoltà, che prima non erano conosciuti, perché prima non c’erano. Servono nuova capacità di analisi, di lettura di una realtà che sta cambiando velocemente, che è già cambiata. Il Patto, che riunisce le nostre forze e competenze, vuole essere dapprima un impegno e una carta importante per approfondire questa dinamica e poi, di conseguenza, un metodo di lavoro chiamato a dare risposte e in grado di dare risposte. Innovazione e competitività a Reggio Emilia camminano insieme al welfare".
“L’Amministrazione comunale ha potenziato in maniera significativa, attraverso il Bilancio 2021, il quadro complessivo delle risorse a sostegno del reddito delle famiglie - ha detto l’assessore a Welfare e Bilancio, Daniele Marchi – Mi riferisco ad esempio ai 16,3 milioni di euro per Sanità e Welfare, con il 2,4% in più rispetto al 2020; ai 1,74 milioni di euro (più 76,2%) per il Fondo povertà; ai 21,5 milioni di euro per il Fondo non autosufficienza. Un impegno cospicuo, a fronte dei nuclei beneficiari di contributi per condizione di povertà che ammontano a 850 unità nella sola nostra città. Queste misure, pur necessarie e importanti, non possono bastare. Dobbiamo prendere atto di una accresciuta vulnerabilità del tessuto sociale, e non si tratta della sola necessità materiale.
“Penso – ha aggiunto Marchi - al divario tecnologico che si riflette sul lavoro e quindi sulla sussistenza, all’allargamento della forbice fra generazioni quando si tratta di lavori tradizionali e nuovi lavori; penso all’evoluzione del sistema produttivo, che potrà creare sacche di esclusione per inoccupabilità e quindi la necessità di nuova formazione, di reinventarsi nel lavoro.
Penso al disagio giovanile di generazioni che non scelgono se lavorare, studiare o formarsi professionalmente; al lavoro di cura nelle famiglie, alla conciliazione dei tempi di vita e lavoro. L’uscita dalla crisi e la mutazione in corso non assicurano esiti stabilmente positivi in questi campi, anzi tendono a generare divisione sociale in due macro aree: inclusi e quindi garantiti da una parte, vulnerabili dall’altra.
“Ecco, partendo da un primo plafond di azioni e risorse pubbliche di 4,5 milioni di euro – ha concluso l’assessore Marchi - il Patto attiva i propri aderenti nella ricerca di vie d’uscita, con progetti nuovi, sostenibili e inclusivi, che richiudano quella forbice della disuguaglianza e superino la povertà che la disuguaglianza di opportunità porta con sé. L’adesione al Patto è confortante, segno di una coscienza chiara dei problemi, così come la ricettività e l’interesse della Regione Emilia-Romagna, che ha formalizzato il Patto per il lavoro e per il clima, a cui il nostro Patto locale è connesso. Il Pnrr nazionale, fatto del tutto rilevante, prevede ingenti risorse per la Missione ripresa e resilienza, una mission che coincide con quella del nostro Patto. Sono buoni punti di partenza, ora mettiamoci al lavoro per predisporre le risposte che la comunità attende”.
Di seguito il libro che illustra il patto di contrasto alle nuove povertà.
L’assistenza monopolio delle Rsa, aiutiamo gli anziani a rimanere a casa

Ospitiamo un Interessante articolo del Corriere della Sera, nel quale l’arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente della Commissione istituita dal ministro Speranza sul tema dell'assistenza agli anziani, traccia un possibile futuro di cambiamento nell’assistenza agli anziani.
Monsignor Paglia: «Oggi l’assistenza è monopolio delle Rsa. Aiutiamo gli anziani a rimanere a casa»
L’arcivescovo: «Pronto il piano di riforma. Lo Stato spende 12 miliardi l’anno per le case di riposo, mentre per l’assistenza domiciliare sociale non arriva a 2»
di Gian Guido Vecchi
«A giorni presenteremo a Mario Draghi il primo blocco della riforma, secondo le indicazioni che il presidente del Consiglio ha recepito nel Pnrr, ovvero la centralità dell’assistenza domiciliare integrata agli anziani». L’arcivescovo Vincenzo Paglia presiede la «Commissione per la riforma della assistenza per la popolazione anziana» istituita dal ministro della Salute Roberto Speranza. Consigliere spirituale di Sant’Egidio, condivide la denuncia della comunità contro il «monopolio» di Rsa e case di riposo.
C’è chi dice che la commissione se la prende troppo con le Rsa, perché?
«Conosco molto bene queste critiche. E conosco altrettanto bene il moltiplicarsi delle segnalazioni di abusi e situazioni di abbandono verso gli anziani ospiti di Rsa. Il primo atto della Commissione è stato proprio di contribuire alla ripresa in sicurezza delle visite nelle residenze. Ne è seguita una circolare ministeriale del 30 novembre 2020 con le “disposizioni per l’accesso dei visitatori”, proprio per scongiurare il fatto, ormai acclarato, che si muore di solitudine ed abbandono almeno quanto si muore di Covid».
E poi che è successo?
«Abbiamo assistito a una resistenza delle Rsa a dar seguito a quanto era stato disposto dal ministro e più volte da me ribadito in pubblico. Voxclamantis in deserto, mi verrebbe da dire. Le cifre dell’inchiesta di Sant’Egidio mostrano un rifiuto ostinato ad aprire: mi ha colpito molto che in due residenze su tre non abbiano consentito nemmeno le visite ai parenti. Si deve aprire una nuova riflessione sui diritti degli anziani e i doveri della collettività».
Qual è il problema?
«Il problema gravissimo, in Italia, è la mancanza di un vero continuum assistenziale, non il fatto che esistano le Rsa. Piuttosto, è il loro regime di monopolio a inquietare. Alcune cifre aiutano a capire: per le Rsa, lo Stato — sistema sanitario, Comuni e pazienti, ognuno per la sua parte — spende circa 12 miliardi all’anno. Mentre per l’assistenza domiciliare sociale, sanitaria e integrata non arriviamo a 2 miliardi, sei volte di meno. Ma gli anziani sopra i 75 anni con disabilità o problemi motori sono 2 milioni e 700 mila e, di questi, un milione e 200 mila non ha aiuto adeguato. C’è una discriminazione lampante, considerato che nelle Rsa ci sono 280 mila persone, senza considerare il sommerso. Finire in una casa di riposo è facilissimo, mentre è difficilissimo ottenere un aiuto per rimanere a casa. Ecco perché c’è bisogno di una riforma».
Quale?
«Un cambiamento radicale dell’assistenza, nel quale la Commissione indica un ripensamento delle Rsa: essere una componente, non il monopolio della assistenza. E questo nello spirito originario con cui nascevano le residenze: luoghi di recupero, ristoro e cura, e dunque necessariamente temporanee, per poter poi tornare a casa».
Ma ci sono le persone non autosufficienti, non si scarica tutto sulle famiglie?
«Niente affatto. Ma, finché è possibile, un anziano deve restare nel proprio ambiente. Occorre una rivoluzione copernicana: una nuova assistenza domiciliare, sanitaria e sociale, per mezzo milione di anziani, cifra basata sulle stime dell’Istat. E poi indichiamo altre due componenti strategiche. La prima è la semiresidenzialità, la vera novità e forse anche il punto di trasformazione di parte delle Rsa: diventare centri diurni ad alta qualificazione, capaci di terapie occupazionali e cognitive e processi di inclusione e socialità, formazione ed educazione. Un sostegno importante per le famiglie, che saranno supportate durante il giorno e potranno tenere a casa i loro cari la notte. Abbiamo pensato ad almeno centomila posti in centri diurni per chi ha patologie croniche come le demenze o le malattie respiratorie. Intanto stiamo facendo un censimento delle Rsa».
L’Italia invecchia, basterà tutto questo?
«Ne siamo consapevoli, e infatti l’ultima componente che la Commissione pianifica è un servizio di monitoraggio e prossimità per i 4 milioni di ultraottantenni che più esprimono una domanda sociale e sanitaria. Bisogna prevenire. Non lasciamoli soli, non li scartiamo. Gli anziani sono una risorsa preziosa da valorizzare, non da buttar via».
Vecchi incontra i ministri Speranza e Orlando: «Ridiamo socialità agli anziani»

In qualità di delegato Anci:
«Bene l' apertura di questo tavolo su obiettivi importanti»
«Una importante iniziativa quella di oggi avviata dai ministeri del Lavoro e della Salute per cominciare a condividere insieme una riflessione sul percorso da fare per riaprire progressivamente, nelle prossime settimane, in modo sicuro e responsabile la socialità nei confronti della popolazione anziana compatibilmente con l' andamento della curva epidemiologica e con il grado di copertura complessiva della vaccinazione».
Con queste parole, il sindaco di Reggio, nonché delegato Anci, Luca Vecchi ha commentato l' incontro con il Ministro della Salute, Roberto Speranza, e quello del Lavoro, Andrea Orlando.
«La popolazione anziana - ha sottolineato Vecchi - è quella che più di altre è stata colpita dal virus, quella che soffre di solitudine e di una rottura significativa dei legami sociali e interpersonali».
«È un fatto importante darsi una strategia che, nelle prossime settimane, rimetta in condizione questa fascia della popolazione di ritrovare più ampi spazi di libertà» ha concluso il primo cittadino di Reggio Emilia al termine dell' incontro.
IL DOMANI È GIÀ OGGI

Nonostante sia passato più di un anno dall’inizio di questa pandemia a tutt’oggi dobbiamo costatare che la presenza di questo terribile virus continua a limitare la nostra vita sia nelle attività quotidiane che in quelle lavorative.
Oggi, con la consapevolezza di essere in grado e parte attiva, nei ruoli che ci competono, siamo pronti e a disposizione per dare il nostro contributo alla nuova ricostruzione.
Condividiamo molte delle iniziative che il nuovo Presidente del Consiglio, sta mettendo in atto, certamente mediando, in un contesto governativo che copre la quasi totalità delle forze politiche del paese.
Assieme ne possiamo uscire e riprogrammare il futuro di tutti.
Noi, come Cupla Provinciale, sentiamo il dovere e sollecitiamo le Istituzioni politiche e sanitarie della nostra provincia per applicare le indicazioni Nazionali anche nel contesto locale poiché ci sembra giusto ripeterlo:
IL DOMANI È GIÀ OGGI
Oggi occorre pensare di programmare ed attuare, con tempi certi di realizzazione, anche modificando se necessario le conoscenze scientifiche e tecniche attuali e non avere paura di cambiare per un futuro migliore.
Il Cupla provinciale, composto dalle sette associazioni di categoria del lavoro autonomo che rappresentano oltre 30.000 pensionati, chiede di essere coinvolto ed ascoltato per contribuire alla definizione dei piani di azione da programmare oggi per il domani.
Organizzare al massimo, senza stancarsi, i momenti di coinvolgimento degli utilizzatori dei servizi pubblici nelle fasi progettuali e soprattutto nelle verifiche qualitative dei risultati e del raggiungimento degli obiettivi.
Agire con tempestività nell’attuare gli interventi, significa cambiare il modo di operare e dare al nostro paese quell’energia indispensabile e necessaria per il dopo pandemia per la sua ricostruzione.
L’elenco che riportiamo non è per priorità, ma secondo noi, è giunto il momento dell’azione e per farlo, occorre decidere il come.
Partendo dalle indicazioni sanitarie, che non escludono a livello globale, la probabilità del ripetersi di altre Pandemie, è quindi indispensabile che si proceda nel considerare prioritaria questa possibilità e prevederne tutte le possibili difese necessarie, sanitarie, logistiche e di costruzione.
Ribadiamo con forza l’esigenza di vaccinarsi, rinnoviamo l’appello a chi opera nel pubblico, in primis il sanitario, a dare l’esempio, è un segnale di responsabilità.
Non possiamo pensare, in futuro, di lasciare le persone sole, senza socialità, lontano dagli affetti e come abbiamo visto, morire in solitudine.
I TEMI sui quali vogliamo misurarci:
Centri Sociali
Come riaprirli e a quali condizioni, nel rispetto dei vincoli sociali e sanitari.
Per quanto ci riguarda pensiamo eventualmente alla possibilità di fare iniziative che siano di informazione agli anziani, a livello pratico, sui comportamenti da tenere per la prevenzione e tutela della salute.
Rsa, Case di riposo, Case famiglia
Sono, a nostro parere, da rivedere come capacità ricettiva e dovranno essere riprogrammate per una diversa quantità di utenti. Modifiche strutturali per quelle esistenti, creare nuovi progetti, per una maggiore vicinanza della medicina di base alla prima assistenza. La possibilità delle visite in ambienti adeguati e conformi alle disposizioni vigenti.
Case della Salute
Riteniamo si debba accelerare la realizzazione di quanto approvato e previsto dalle delibere Regionali e Provinciali, devono essere il punto di riferimento per le cure primarie.
Caregiver
Siamo l’unica Regione che ha emanato una legge regionale al riguardo ed esiste una delibera relativa ai fondi stanziati suddivisi per provincia. Serve però più facilità di accesso e minore burocrazia per gli aventi diritto.
Meno moduli e maggiore coinvolgimento dell’associazionismo territoriale.
Infermiere di Comunità
E’ stato realizzato un progetto pilota nei comuni di Ventasso e Villa Minozzo, crediamo abbia dato risultati positivi, ora alle Istituzioni il compito di proseguire, programmare ed incentivare la nascita di nuovi progetti similari.
Come CUPLA provinciale ribadiamo la nostra disponibilità ad un concreto confronto con le Istituzioni sugli argomenti evidenziati .
Concordiamo inoltre con la proposta fatta dal Coordinamento Nazionale nel comunicato stampa del 08 Aprile 2021 di istituire un tavolo di lavoro permanente (PAN) per un confronto costante sulle azioni tese a risolvere le criticità degli anziani.
Il Presidente
Luigi Davoli
Il Coordinatore
Giuliano Parmiggiani
SAUB, alcune novità online per agevolare l’accesso ai servizi

COMUNICATO STAMPA
SAUB, al fine di agevolare l'accesso ad alcuni servizi,
da Giovedì 1 Aprile i cittadini residenti o domiciliati nel Distretto di Reggio Emilia potranno presentare alcune richieste on line utilizzando i relativi nuovi link appositamente predisposti.
I moduli, sicuri e guidati, saranno fruibili collegandosi al sito aziendale del SAUB
Si potrà quindi per esempio chiedere on line di cambiare il Medico di Medicina Generale e il Pediatra, fare l'iscrizione con scelta del medico, inserire o cancellare l'esenzione per invalidità, patologia o reddito.
I cittadini UE o Extra UE potranno richíedere on line, utilizzando gli appositi moduli, un appuntamento agli sportelli SAUB per l'iscrizione al Servizio sanitario nazionale o il rinnovo della medesima.
Si ricorda che già con l'attivazione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) è possibile in modo agevole e autonomo variare il Medico di Medicina Generale o il Pediatra di Libera Scelta, oppure caricare o eliminare un' esenzione dal pagamento del ticket per reddito o invalidità. Qualora non fosse possibile per il cittadino attivare subito l'FSE, opzione comunque vivamente consigliata, sono a disposizione i nuovi link, ai quali collegarsi compilando i campi richiesti e allegando la documentazione prevista. Gli operatori SAUB in back-office prenderanno in carico e gestiranno le richieste inserite dai cittadini.
Di seguito i link:
- Cambio Medico Medicina Generale - Pediatri di Libera Scelta
- Iscrizione e scelta medico cittadino italiano residente/ domiciliato nella provincia di Reggio Emilia
- Richiesta iscrizione/rinnovo SSN cittadino UE I EXTRA UE
- Richiesta inserimento esenzione invalidità I patologia / reddito
- Richiesta cancellazione esenzione per patologia o reddito
Si tratta di un passo avanti per cercare di migliorare e rendere più veloci e scorrevoli i rapporti tra I'Ausl e la cittadinanza, in quanto le richieste inoltrate dall'utenza sono sempre più numerose, ma molto spesso mancanti di tutti i dati essenziali e necessari per dare corso alle pratiche, con conseguente perdita di tempo.
Terminata la prima fase di applicazione nel Distretto di Reggio Emilia, il percorso sarà reso attivo anche nelle altre sedi distrettuali.
L'Ufficio Stampa
DAL POTERE D’ACQUISTO DELLE PENSIONI ALLA DIGITALIZZAZIONE: IL RECOVERY PLAN INCLUDA GLI ANZIANI

L’appello arriva dal nuovo coordinamento del Comitato unitario dei pensionati del lavoro autonomo (CUPLA).
Roma, 11 marzo 2021. Si è tenuto il passaggio di consegne del Coordinamento nazionale del CUPLA, il Comitato unitario dei pensionati del lavoro autonomo, fra Federpensionati Coldirettie Anap/Confartigianato, la quale guiderà il coordinamento per i prossimi due anni.
Giorgio Grenzi, Presidente nazionale di Federpensionati Coldiretti, ha infatti consegnato il testimone a Gian Lauro Rossi, componente della Presidenza nazionale dell’Anap, a cui il Presidente Guido Celaschi ha affidato la delega a coordinare l’Organismo unitario.
“Siamo onorati di assumere questo incarico, che intendiamo portare avanti con senso di responsabilità e grande determinazione – ha dichiarato Gian Lauro Rossi -, con il proposito di lavorare in modo congiunto e coordinato con le altre sigle sindacali del CUPLA, avendo come obiettivo quello di proseguire l’attività sui temi già in agenda e di sviluppare altre importanti iniziative in un momento particolarmente difficile per il Paese, per i suoi cittadini e per gli anziani che sono stati così duramente colpiti dalla pandemia in corso.
Il primo banco di prova è rappresentato dal “Recovery Plan”, in merito al quale chiediamo al Governo Draghi di includere molti aspetti che riguardano gli anziani e le persone più fragili, soprattutto riguardo ai temi della Sanità, della Non Autosufficienza, della parità fiscale, della tutela del potere di acquisto delle pensioni, delle nuove tecnologie e della digitalizzazione. Sarebbe paradossale che gli anziani, che hanno pagato il prezzo più pesante della pandemia in termini di morti, fossero esclusi dagli interventi del PNRR”.
“Lasciamo con orgoglio un Coordinamento dei pensionati autonomi vivo e vitale – dichiara d’altra parte Giorgio Grenzi, Presidente nazionale di Federpensionati Coldiretti –, pur se abbiamo dovuto nell’ultimo anno rinunciare, a causa della pandemia, a svolgere molte iniziative con partecipazione diretta. Nel corso del nostro mandato abbiamo cercato e siamo riusciti a dare maggior impulso al CUPLA, anche a livello territoriale, e a unire le esigenze di rappresentanza degli anziani nei confronti del Governo e delle Istituzioni italiane, come nei confronti delle Istituzioni europee”.
VACCINARSI È UN “DOVERE MORALE” NEI CONFRONTI DI TUTTA LA COMUNITÀ

Il CUPLA (Coordinamento Unitario Pensionati Lavoro Autonomo) dell’E.R. già nei mesi scorsi aveva preso posizione rispetto all’aumento dei contagi nelle strutture, pubbliche e private che ospitano anziani, quali le RSA, Case di riposo ed anche Case famiglia, ed aveva auspicato il rigoroso controllo delle strutture stesse sia per quanto riguarda il rispetto delle norme di sicurezza che ambientali.
Successivamente abbiamo auspicato la predisposizione dei piani vaccinali anti Covid-19, a partire proprio dalle persone più fragili e con diverse patologie.
La Regione si è detta concorde in questo senso ed abbiamo espresso soddisfazione per averne constatato l’impegno concreto e soprattutto per la continuità di proposte e di soluzioni che ogni giorno le ASL stanno portando avanti per il rispetto rigoroso del Piano vaccinale approvato a metà Febbraio dalla nostra Regione.
Ora però siamo di fronte ad una criticità che deve essere, nei modi possibili, rapidamente affrontata e risolta. E’ il contagio da Covid-19 che sta ritornando in alcune strutture della nostra Regione, e che pare sia legato agli operatori socio-sanitari delle stesse. Sappiamo bene che non è mai stato sancito l’obbligo di vaccinarsi da parte del personale impegnato in quelle strutture, questo però non può impedire al CUPLA di prendere una posizione chiara e precisa, nei confronti di queste gravi situazioni. Non proponiamo che diventi obbligatoria la vaccinazione per chi non la vuole, né che siano presi provvedimenti nei confronti degli operatori che non vi si sottopongono. Non spetta a noi.
Ma di certo spetta anche al CUPLA Regionale denunciare le conseguenze, gravi quanto inaccettabili, che si stanno verificando nelle strutture in cui alcuni operatori, che hanno rifiutato di sottoporsi al vaccino contro il Coronavirus, hanno determinato il contagio di un numero significativo di ospiti delle strutture stesse.
Noi pensiamo che anche le OO.SS. CGIL-CISL-UIL dovrebbero attivarsi, sensibilizzare e invitare tutti gli operatori socio-sanitari al “dovere morale” richiamato dal Papa e dal Presidente Mattarella, di vaccinarsi a protezione non solo di sé stessi, ma di tutte le persone che sono affidate alla loro assistenza o anche soltanto al loro lavoro.
Il Coordinamento CUPLA Emilia Romagna
Momenti di istruzione all’utilizzazione degli SMARTPHONE e di INTERNET

Riteniamo utile informare i nostri pensionati di una lodevole iniziativa della Regione Emilia Romagna che attraverso la televisione propone, in questa fase di confinamento, momenti di istruzione all'utilizzazione degli SMARTPHONE e di INTERNET.
Pane e Internet, video-lezioni contro il divario digitale
Pane e Internet, progetto finanziato dalla Regione Emilia-Romagna nell’ambito dell’Agenda Digitale Regionale, cerca di favorire lo sviluppo delle competenze digitali dei cittadini. Pertanto, vista l’attuale emergenza sanitaria, Pane e Internet è approdato su Lepida Tv (canale 118 del Digitale Terrestre) per continuare a combattere il divario digitale.
Qui vengono trasmesse il lunedì e mercoledì alle ore 11 (e in replica alle 16) 10 video-lezioni di 15 minuti l’una.
Sono fruibili anche sul sito di Lepida Tv e sul canale YouTube di Lepida.
Le video-lezioni cercano di insegnare le competenze digitali di base a chi ne è sprovvisto o usa poco Internet, computer e smartphone. Due esperti di comunicazione digitale e media spiegano come creare un account di posta elettronica, configurare uno smartphone, navigare e ricercare informazioni su Internet, proteggere i dati sensibili, difendersi da malware e riconoscere le fake news.
Sono diversi gli argomenti trattati: si va dalla ricerca di informazioni online al tema dell’e-commerce, con esempi di siti su cui fare acquisti e consigli per ricercare le recensioni e le opinioni dei clienti.
Le lezioni sono poi dedicate alle logiche di funzionamento dei principali social media e alle attività per connettersi a Internet. Tra i temi trattati, lo Spid (il Sistema Pubblico di Identità Digitale) e i servizi online della Pubblica Amministrazione e come usare WhatsApp e le altre App di messaggistica.
A questa offerta si aggiungono una serie di seminari online di cultura digitale, utili per sapersi “muovere” agevolmente sulla rete.
L’ETÀ RUBATA

Pensiamo, e ci auguriamo, che il 2020, l’anno della Pandemia, resti solo un ricordo da non dimenticare, e che i primi mesi del 2021 siano come l’ultimo tornante di una grande salita e, dopo, la strada si spiani per poterci permettere di respirare.
Quello trascorso è un sospeso tra passato e futuro, per questo abbiamo chiamato tale riflessione “L’ETÀ RUBATA”, a noi anziani certo, ma anche a tutte le altre generazioni, nessuno escluso, la Pandemia ci ha rubato un anno della nostra età.
Dopo che nelle scorse settimane, con molto rammarico, abbiamo assistito a spettacoli della politica poco edificanti, ora, però, il Parlamento ha dato la fiducia al nuovo Governo e speriamo sia arrivato il tempo del lavoro, dei provvedimenti indispensabili al nostro vivere comune, con il contributo positivo di tutti.
Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel suo discorso al Parlamento ha indicato che conta la qualità delle decisioni, il coraggio delle visioni, non contano i giorni di permanenza, ed il tempo del potere può essere sprecato anche nella sola preoccupazione di conservarlo.
Bene, non abbiamo bisogno di sprecare ancora tempo, ma dobbiamo avere la coesione, la forza morale, l’impegno, l’umiltà, di dedicarci alla ricostruzione del nostro paese, ed ognuno rinunci a qualcosa per il bene comune.
Eravamo convinti prima, ed i fatti sono a dimostrarlo, che tutta la politica, senza grossi distinguo, ha accettato le proposte ed il cammino indicati dal Presidente Draghi: cammino del quale con piacere prendiamo atto, e che si deve manifestare con una collaborazione costruttiva, cercando di evitare contrapposizioni radicali.
Abbiamo bisogno di un paese capace di accettare culture diverse, colore, carattere e condizione sociale, ma che deve essere pragmatico e veloce nel programmare tutto quanto necessario per uscire in modo definitivo da questo periodo molto buio e preoccupante.
Tutti, nessuno escluso, hanno sofferto e soffrono ancora, ma ci auguriamo che il periodo dell’età rubata, finisca presto, con indicazioni che devono essere proiettate al futuro e non solo per l’oggi.
E’ necessario sviluppare i progetti, fare pochi tavoli di confronto finalizzati sul fare che il nuovo Presidente del Consiglio ha indicato come comportamento ai componenti del Governo e a tutti i livelli.
Speriamo diventi una delle priorità, nel programma del Presidente Draghi, un tema che ci sta molto a cuore “IL RIDIMENSIONAMENTO DELLA BUROCRAZIA”; il nostro è un paese che necessita urgentemente di un profondo rinnovamento e di provvedimenti che veramente comincino a ridurre le lungaggini che essa determina.
Ma è anche giunto il momento, di evidenziare i temi, le loro criticità, che nel tessuto sociale della nostra provincia, hanno bisogno di analisi, di risposte urgenti e di programmi.
E’ nostro dovere vaccinarci al più presto per la responsabilità che abbiamo di proteggerci e proteggere gli altri, quindi diciamo “SI” senza esitazione alla vaccinazione per tutti indistintamente.
Il CUPLA è pronto e disponibile
ad incontrare i nostri interlocutori istituzionali su alcuni temi che riteniamo rilevanti in questa fase, senza escluderne altri:
Luigi Davoli
Presidente
Giuliano Parmiggiani
Coordinatore